Giallo Dozza Bologna Rugby

Giallo Dozza Bologna Rugby è la società sportiva nata all’interno del carcere della Dozza di Bologna la cui squadra, composta interamente da detenuti, disputa il campionato di serie C.

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Giallo Dozza Bologna Rugby A.S.D.
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Tornare in campo: il rugby nella Casa Circondariale della Dozza di Bologna

Il Progetto “Tornare in Campo” è finalizzato all’insegnamento del rugby all’interno del carcere della Dozza di Bologna, e al recupero fisico, sociale ed educativo di detenuti e giovani disagiati.

Coordinato da tecnici e allenatori del Bologna Rugby Club, il Progetto coinvolge 40 detenuti e ha reso possibile la formazione della squadra “Giallo Dozza” che disputa il Campionato nazionale di Serie C. Gli incontri sono tutti disputati all’interno della struttura penitenziaria.

Sono previsti allenamenti quotidiani comprendenti attività fisica atletica, tecnica di base e specifica, attività didattica necessaria all’apprendimento dello sviluppo generale del gioco del rugby e all’interpretazione chiara del regolamento, nonché la comprensione dei valori del rugby.

Il Progetto – sostenuto da Emil Banca, Macron, Illumia e Faac – è finalizzato alla progressiva interiorizzazione di valori quali l’osservanza delle regole, la lealtà, la solidarietà, il sostegno reciproco ai compagni, il rispetto dell’avversario. Uno spirito aggregativo e solidaristico per affrontare in maniera costruttiva le sfide sul campo e nella vita. I detenuti sottoscriveranno un codice etico comportamentale che prevede specifici meccanismi sanzionatori in casi di violazione, fino all’esclusione dalla squadra.

Può capitare

Può capitare, sul campo o nella vita.
Per mille motivi o per nessuno, può capitare di infrangere una regola, di commettere un fallo. Allora, cartellino giallo, la panca delle penalità, fuori dal gioco per un po’ di tempo. Tempo, però, che può servire per riflettere. Tempo prezioso che può essere impiegato da chi deve aiutare a riflettere.
Perché, prima o poi, si ritorna a giocare, più maturi e con le idee più chiare, se la panca delle penalità non è stata il luogo dell’ozio.
Questo è quello che il rugby in carcere si propone di fare.
Riempire di riflessioni sullo stare insieme, sui valori e sulle regole, il tempo di chi è stato momentaneamente espulso dal gioco.
Di chi tra poco tornerà a misurarsi con se stesso e con gli altri, questa volta cercando di rispettarle, quelle regole che ha infranto.
Il rugby, sport di squadra e di combattimento, insegna che il rispetto di se stessi passa attraverso il rispetto degli altri, che da soli non si va da nessuna parte e che la disciplina è un’alleata e non un ostacolo alla vittoria.
Valori importanti che fanno, di chi li recepisce, un veicolo decisivo di esempio e di contaminazione verso gli altri, mostrando che solo chi cade può rialzarsi e che per aiutare gli altri a farlo, bisogna essere ben saldi sulle gambe.

La storia di Giallo Dozza

L’idea del Giallo Dozza nasce il 18 Maggio 2013, in occasione di un incontro conviviale tra Pietro Buffa, allora Provveditore agli Istituti di Pena Emilia-Romagna, e Francesco Paolini, Presidente del Rugby Bologna 1928. Assieme, si ripromettono di replicare l’esperienza della Drola di Torino, iniziata qualche anno prima e condotta con grande passione da Walter Rista.

A questo primo incontro ne fanno seguito altri: in primis, con Claudia Clementi, Direttrice della Dozza, e con Giancarlo Dondi, allora Presidente della Fir, che confermano con convinzione il loro supporto.

Seguono gli incontri con Daniele Ravaglia, Presidente di Emilbanca Gianluca Pavanello, Amministratore delegato di Macron, entrambi già sponsor del Rugby Bologna 1928; entrambi aderiscono con entusiasmo al progetto.

Infine, gli incontri con i tanti amici rugbisti, molti dei quali si affiancano ai soci del Club assumendo un ruolo nel progetto: allenatore, accompagnatore, preparatore atletico, medico, ecc..

A marzo 2014 i dirigenti della Casa circondariale Dozza e del Rugby Bologna 1928 sottoscrivono un Protocollo d’intesa, che permette di mettere a punto le procedure autorizzative e iniziare i lavori di allestimento del campo; finalmente, il 21 luglio 2014 viene formalmente costituita l’Associazione.

Tra i soci fondatori figurano Marcello Zanetti e Francesco Dell’Aera, già soci del Rugby Bologna 1928. A ricoprire il ruolo di Presidente viene invitato Stefano Cavallini, già dirigente del CUS Ferrara, padre di rugbista, persona molto attenta alle tematiche sociali. Dal 2021 al 2022 la carica di Presidente è stata ricoperta da Francesco Dell’Aera. Dal 2022 da Matteo Carassiti.

All’Associazione viene dato il nome di “Giallo Dozza” grazie alla intuizione di Carlo Castagnola, anche lui dirigente del Rugby Bologna 1928 ed esperto di comunicazione sociale: il cartellino giallo del rugby, che comporta uno stop temporaneo – 10 minuti – per il giocatore che commette un fallo, è una perfetta metafora della condizione dei detenuti e del valore rieducativo della pena.

All’interno della Dozza parte il reclutamento iniziale: i detenuti interessati a partecipare al progetto vengono sottoposti a test atletici, condotti da Massimo Tomasetti, e attitudinali, condotti dallo staff di assistenti sociali guidati da Massimo Ziccone. Vengono così selezionati i primi 30 atleti, ammessi a far parte della squadra che parteciperà al primo campionato di Serie C nella stagione 2014-2015. A loro, Paolini e Clementi fanno sottoscrivere un codice etico-comportamentale, che gli atleti sono tenuti a rispettare rigorosamente per far parte della squadra.

La storia di quel primo campionato è raccontata in un bellissimo docu-film, “La prima meta”, ideato e prodotto da Giovanna Canè, mamma di un giovane atleta del Rugby Bologna 1928, che si innamora dell’idea e coinvolge nel progetto la sua amica Enza Negroni, nota regista bolognese.

Con il passare dei mesi, agli sponsor iniziali si aggiungono Illumia Faac, aziende bolognesi molto attente al sociale, oltre a tante altre piccole realtà che intendono sostenere un progetto di così grande valenza morale.

Nel corso degli anni, grazie anche ai periodici interpelli presso gli altri Istituti della Regione, 142 atleti, di 16 nazionalità e 5 religioni diverse, entrano a far parte del progetto: ad oggi, sono stati disputate oltre 100 partite ad ognuna delle quali è seguito, grazie alla generosità di Marina Barbi e Orazio Perini, l’ormai famoso terzo tempo all’interno della palestra del carcere!

Per dare continuità al progetto e aiutare i detenuti meritevoli a reinserirsi nel mondo sociale e lavorativo, nel 2018 il Rugby Bologna 1928 stipula una convenzione con la Casa Circondariale per permettere ad atleti di fruire della modalità trattamentale del lavoro all’esterno ex art. 21 O.P., accogliendoli all’interno del Centro Sportivo Bonori. Ad oggi, 5 atleti del Giallo Dozza hanno usufruito di questa possibilità.

Nel corso di 7 anni il Giallo Dozza ha avuto tanti riconoscimenti da parte del Comune, della Regione Emilia-Romagna, del CONI, dei Ministeri dello Sport e degli Interni; oggi, il progetto “Rugby Oltre le Sbarre”, condotto assieme agli amici della Drola di Torino, è indicato in Italia e all’estero come esempio da seguire per chi crede all’importanza di offrire una seconda opportunità a chi ha commesso uno sbaglio e ha avuto un “cartellino giallo” dalla società.