(2 maggio 2025) Il Bologna Rugby Club, a seguito del comportamento poco rispettoso tenuto dal pubblico bolognese nei confronti degli avversari, dell’arbitro e più in generale dello stesso evento sportivo, ha deciso di intervenire nei confronti dei tesserati e dei tifosi presenti sugli spalti della partita giocata domenica 27 aprile 2025, a Bologna, tra le squadre Under 18 del Bologna Rugby Club e il Fano Rugby, incontro valido per la fase interregionale del Campionato di categoria.
La condotta irrispettosa degli spettatori, contraria al Codice etico sottoscritto da atleti, dirigenti e genitori della Società, ha creato in campo un clima teso e conflittuale tra i giocatori (cinque cartellini gialli e due rossi) e ha reso oltremodo difficile il compito del giovane arbitro – quasi coetaneo degli atleti in campo – soggetto a continue pressioni verbali.
Il provvedimento deciso dal Bologna Rugby Club riguarda diversi atleti tesserati della Società presenti sugli spalti, che sono stati multati, e alcuni genitori, richiamati ufficialmente e diffidati.
Benché la condotta del pubblico non sia stata formalmente segnalata dall’arbitro e agli organi federali – non esistendo probabilmente episodi circostanziali punibili – il Bologna Rugby Club ha deciso comunque di intervenire affinché tali comportamenti non si ripetano in futuro.
Un segnale forte che ribadisce l’impegno della Società, tra l’altro tra le prime ad aderire alla normativa che prevede la nomina di un responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni nei confronti dei minori, con l’adozione nel 2024 il Codice di condotta e il Modello organizzativo e di controllo delle attività sportive.
Come presidente del Bologna Rugby Club – ha dichiarato Francesco Paolini –, sento il dovere morale di esprimere le più sincere scuse agli atleti e ai dirigenti del Fano Rugby, nonché al giovane arbitro della gara, per il comportamento inadeguato di una parte del nostro pubblico.
Quello che è accaduto sugli spalti non rappresenta né i valori né lo spirito che il nostro Club coltiva da anni. Ci addolora constatare che anche nel rugby – tradizionalmente luogo di rispetto e inclusione – si stiano insinuando dinamiche di tensione, intolleranza e comportamenti che tradiscono la nostra identità.
È un segnale che non possiamo ignorare: il rugby non è solo sport; è una scuola di vita, e noi tutti – dirigenti, educatori, famiglie – abbiamo il dovere di essere testimoni coerenti di quei valori che vogliamo trasmettere ai nostri giovani.
In questo spirito, mi unisco alla posizione del Presidente del Comitato regionale della Federazione italiana Rugby Giacomo Berdondini, che ha invitato atleti, dirigenti, tifosi e rappresentanti delle società rugbistiche dell’Emilia-Romagna ad attivarsi educando, sensibilizzando e incoraggiando azioni che evitino episodi in qualche modo riconducibili a gesti di intolleranza, atti di violenza e comportamenti irrispettosi da parte di tutti, spettatori compresi.
Allo stesso modo, condivido e sostengo pienamente le parole del Presidente Enrico Freddi del Modena Rugby 1965, che ha condannato con fermezza episodi di razzismo nel nostro sport, sottolineando che tali comportamenti sono lontani dai valori condivisi del rugby.
Come comunità rugbistica, dobbiamo lavorare insieme per garantire che il nostro sport rimanga un esempio di inclusione, rispetto e integrità, continuando a promuovere una cultura sportiva positiva e accogliente per tutti.